#33 LA SINTESI FINALE

Giunto al termine di questo approfondimento, vorrei fornire ai lettori di questo blog una sintetica visione d'insieme del lavoro che ho effettuato. Per fare ciò ho realizzato una mappa concettuale che richiamerà rapidamente i percorsi logici seguiti.






Volendo raccontare la storia di un oggetto, è necessario partire dagli albori, chiedersi dov'è nato, qual'è l'origine del suo nome, come si è sviluppato, da quali parti è composto, ma soprattutto qual'è il suo legame con il territorio. Sono partito infatti descrivendo Piasco, ovvero lo scenario della narrazione delle cose. Un paese sconosciuto al mondo il cui nome vanta di un background storico non indifferente. L'ho presentato come un paese di fondovalle, corredato di miti e citazioni e contestualizzato in ambito letterario e cinematografico.

È da qui che inizia la storia del mio blog, in cui ho cercato di raccontarvi un insolito oggetto ma di grande pregio storico e culturale, dalle origini ignote ma antichissime, che da sempre è stato protagonista di rituali e celebrazioni. L'arpaHo scoperto che il nome deriva dal latino (harpa) e che si traduce in modo più o meno simile nelle varie lingue europee. I componenti fondamentali sono la struttura portante, la cassa armonica e le corde. La struttura realizzata in legno è abbastanza complessa e ha mostrato un'importante evoluzione sia tecnica che stilistica nel corso degli anni.

Citando un antico proverbio gallese, "Tre cose del mondo in comune: la moglie, la scacchiera e un'arpa" voglio sottolineare come l'arpa sia conosciuta e diffusa a livello mondiale e sia da sempre stata protagonista di un ricercato simbolismo; ho infatti riscoperto i suoi legami con il mondo dei numeri e ho riportato i pensieri immediati che essa suscita.

Mi sono poi spinto ad un'analisi più tecnica dell'oggetto, analizzando la scienza che si cela dietro ad esso e ripercorrendo le tappe più significative del suo perfezionamento. In merito a quest'ultimo ho voluto riportare alcuni importanti brevetti che l'hanno portato ad essere lo strumento che tutti oggi conoscono.
Ho cercato poi di immaginare uno sviluppo futuro dello strumento, d'accordo, sicuramente un po' visionario ma in linea con le attuali tecnologie. Un'aspetto curioso di questa ricerca è stato scoprire che secondo Charles Spence, professore di psicologia sperimentale all'Università di Oxford, la melodia esalta i sapori delle pietanze

Il mio lavoro di ricerca non si è limitato a descrivere questi aspetti dell'oggetto, ma mi ha anche spinto a ricercare particolari rappresentazioni di esso in contesti differenti e non immediati.
Voglio proseguire parlandovi di quanto sia stato complesso ma allo stesso tempo soddisfacente individuarlo ad esempio all'interno di un fumetto o su un francobollo, piuttosto che in ambito letterario e cinematografico. Cosa del tutto più semplice, dopotutto prevedibile, è stata la sua ricerca in ambito musicale ed artistico.  

La maggior parte delle arpe custodite in casa, si traduce in un valore tanto più ornamentale, quanto meno musicale. Proprio ritrovandomi a definire le specifiche di un museo innovativo, ho capito quanto fosse importante esaltare ogni aspetto dell'arpa dalla sua complessità ingegneristica, al suo bagaglio storico, per giungere a ciò che impressiona maggiormente, la sua melodia. E chi meglio di Vincenzo Zitello potrebbe rendere l'idea?

Infine, per completare il quadro generale, lascio i link ad alcuni post riassuntivi più schematici: l'abbecedario, la nuvola dei nomi e la prima mappa concettuale.

Tirando le somme, è stato un percorso stimolante alla scoperta di un oggetto che onestamente conoscevo poco. Spero che questo blog abbia suscitato un minimo di interesse nei lettori e mi auguro abbia permesso loro di ampliare i propri orizzonti. 
Ed è citando Stephen Hawking che voglio concludere questo viaggio: "Siamo noi a creare la storia con la nostra osservazione".

Stefano Isaia

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